Giovanni Scapecchi
Cinque Danze sulle Crete per Chitarra e Pianoforte (2018)
- Curatore: Raffaello Ravasio
- Editore: Ut Orpheus
- Codice: CH 322
- Disponibile
-
€ 17,95
Sono molto lieto di ospitare in questa collana – finora costituita quasi totalmente di brani scritti per me – questo pezzo per chitarra e pianoforte composto da Giovanni Scapecchi e dedicato al duo formato dal mio ex-allievo Raffaello Ravasio, che ha curato la diteggiatura della parte chitarristica, e da Samuele Amidei. Ne sono poi particolarmente lieto perché questo brano è stato commissionato dal Duo Ravasio-Amidei all’interno di un loro ricco progetto in omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.
Nella presente composizione i riferimenti alla figura e all’opera di Mario Castelnuovo-Tedesco sono molteplici. Anzitutto l’organico chitarra-pianoforte è lo stesso della Fantasia op. 145 di Castelnuovo-Tedesco (scritta per Andrés Segovia e Paquita Madrigueira), il più celebre brano del Novecento composto per questa formazione. Il pezzo di Giovanni Scapecchi, in forma di Suite di danze, si rifà in maniera esplicita a quello dell’illustre dedicatario attraverso alcune citazioni che compaiono nella Sarabanda e nella Giga. Le Crete citate nel titolo sono poi le famose crete senesi che, con i loro colori e forme, costituiscono un singolare frammento paesaggistico della Toscana. Alla terra di cui son fatte le crete, inoltre, vengono qui attribuiti profondi significati da Giovanni Scapecchi (che, come Castelnuovo-Tedesco, è originario della Toscana, dove tuttora vive): l’Autore ricorda anzitutto che il libro della Genesi racconta che il primo uomo fu tratto dalla terra (c’è quindi questo nesso primordiale uomo-terra); e poi l’uomo “storico” Mario Castelnuovo-Tedesco, qui omaggiato, mantenne un rapporto profondo con la sua terra d’origine – pur nel drammatico distacco dovuto al forzato esilio statunitense, avvenuto nel 1939 a seguito delle leggi razziali. Stilisticamente ho poi trovato un ulteriore nesso tra questo pezzo ed il suo dedicatario – che fu influenzato in opere giovanili dall’impressionismo musicale – proprio in un certo clima “francese” che attraversa la Suite.
(Piero Bonaguri)
Nella presente composizione i riferimenti alla figura e all’opera di Mario Castelnuovo-Tedesco sono molteplici. Anzitutto l’organico chitarra-pianoforte è lo stesso della Fantasia op. 145 di Castelnuovo-Tedesco (scritta per Andrés Segovia e Paquita Madrigueira), il più celebre brano del Novecento composto per questa formazione. Il pezzo di Giovanni Scapecchi, in forma di Suite di danze, si rifà in maniera esplicita a quello dell’illustre dedicatario attraverso alcune citazioni che compaiono nella Sarabanda e nella Giga. Le Crete citate nel titolo sono poi le famose crete senesi che, con i loro colori e forme, costituiscono un singolare frammento paesaggistico della Toscana. Alla terra di cui son fatte le crete, inoltre, vengono qui attribuiti profondi significati da Giovanni Scapecchi (che, come Castelnuovo-Tedesco, è originario della Toscana, dove tuttora vive): l’Autore ricorda anzitutto che il libro della Genesi racconta che il primo uomo fu tratto dalla terra (c’è quindi questo nesso primordiale uomo-terra); e poi l’uomo “storico” Mario Castelnuovo-Tedesco, qui omaggiato, mantenne un rapporto profondo con la sua terra d’origine – pur nel drammatico distacco dovuto al forzato esilio statunitense, avvenuto nel 1939 a seguito delle leggi razziali. Stilisticamente ho poi trovato un ulteriore nesso tra questo pezzo ed il suo dedicatario – che fu influenzato in opere giovanili dall’impressionismo musicale – proprio in un certo clima “francese” che attraversa la Suite.
(Piero Bonaguri)
Autore: Giovanni Scapecchi (*1977)
Curatore: Raffaello Ravasio
Data pubblicazione: 4/12/2019
Collana: Piero Bonaguri Collection
Tipologia: Partitura e Parti
Pagine: pp. 32 + parti pp. 16
Formato: 230x310 mm
Rilegatura: Punto metallico
ISMN: 979-0-2153-2630-9
Codice: CH 322