Chiara Benati
Dediche per Chitarra (1991)
- Curatore: Piero Bonaguri
- Editore: Ut Orpheus
- Codice: CH 321
- Disponibile
-
€ 9,95
Dediche è una serie di brevi miniature per chitarra sola scritte nel 1991 da Chiara Benati, autorevole esponente di quella che si può chiamare “Scuola di Bologna”, e che ha dedicato alla chitarra molte pagine del suo catalogo (Chiara vinse nel 1986 un primo premio al Concorso di composizione chitarristica indetto dalla storica rivista “Il Fronimo”).
Dal punto di vista della idiomaticità chitarristica, colpisce come la ricerca compositiva di Chiara Benati (che non suona la chitarra) si sia addentrata in profondità nella natura dello strumento: nel mio lavoro per diteggiare i brani sono partito dalle precise indicazioni di corda già fornite dall’Autrice, che ha immaginato in maniera meticolosa il risultato strumentale creato dal gioco delle risonanze e dalla conseguente precisa distribuzione delle voci su corde diverse (pensiamo ai tremolati sovrapposti su corde diverse nella seconda Dedica ed al contrappunto a tre parti scritte ciascuna su un suo rigo musicale), con un impiego sapiente di glissandi ed altri effetti strumentali.
Dal punto di vista musicale è rintracciabile una analoga meticolosità di scrittura, che si evidenzia ad esempio nell’indicare la separazione temporale tra le figure attraverso la loro distanza spaziale indicata in partitura.
Ne risulta una scrittura strumentalmente e musicalmente rigorosa che aiuta l’esecutore facendo appello, nel contempo, alla sua capacità di immedesimarsi, seguendo le indicazioni scritte in partitura ed in legenda, nel clima espressivo dell’opera, e proprio attraverso quell’aspetto di controllata elasticità esecutiva e sensibilità sonora indispensabile per renderlo in maniera adeguata.
Queste delicate miniature, soffuse di mistero e di malinconia, e così magistralmente scritte per la chitarra, costituiscono a mio avviso un’aggiunta importante al repertorio contemporaneo dello strumento.
(Piero Bonaguri)
Dal punto di vista della idiomaticità chitarristica, colpisce come la ricerca compositiva di Chiara Benati (che non suona la chitarra) si sia addentrata in profondità nella natura dello strumento: nel mio lavoro per diteggiare i brani sono partito dalle precise indicazioni di corda già fornite dall’Autrice, che ha immaginato in maniera meticolosa il risultato strumentale creato dal gioco delle risonanze e dalla conseguente precisa distribuzione delle voci su corde diverse (pensiamo ai tremolati sovrapposti su corde diverse nella seconda Dedica ed al contrappunto a tre parti scritte ciascuna su un suo rigo musicale), con un impiego sapiente di glissandi ed altri effetti strumentali.
Dal punto di vista musicale è rintracciabile una analoga meticolosità di scrittura, che si evidenzia ad esempio nell’indicare la separazione temporale tra le figure attraverso la loro distanza spaziale indicata in partitura.
Ne risulta una scrittura strumentalmente e musicalmente rigorosa che aiuta l’esecutore facendo appello, nel contempo, alla sua capacità di immedesimarsi, seguendo le indicazioni scritte in partitura ed in legenda, nel clima espressivo dell’opera, e proprio attraverso quell’aspetto di controllata elasticità esecutiva e sensibilità sonora indispensabile per renderlo in maniera adeguata.
Queste delicate miniature, soffuse di mistero e di malinconia, e così magistralmente scritte per la chitarra, costituiscono a mio avviso un’aggiunta importante al repertorio contemporaneo dello strumento.
(Piero Bonaguri)
Autore: Chiara Benati (*1956)
Curatore: Piero Bonaguri
Data pubblicazione: 4/12/2019
Collana: Piero Bonaguri Collection
Pagine: pp. 12
Formato: 230x310 mm
Rilegatura: Punto metallico
ISMN: 979-0-2153-2629-3
Codice: CH 321
Soundboard (vol. 47 no. 3)
... These are extremely modern and expressive works. ... In my view, this set of mystical, and at moments melancholic, miniatures contributes in a significant way to the enrichment of the repertoire of contemporary guitar music. (Uroš Dojčinović)
... These are extremely modern and expressive works. ... In my view, this set of mystical, and at moments melancholic, miniatures contributes in a significant way to the enrichment of the repertoire of contemporary guitar music. (Uroš Dojčinović)