Giorgio Pacchioni

Selva di Vari Precetti. La pratica musicale tra i secoli XVI e XVIII nelle fonti dell’epoca - Volume unico

  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: DM 8
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  • € 31,95


Musicologo e musicista hanno rappresentato, in questi ultimi decenni, due entità distinte. Il musicologo è quasi sempre uno studioso di preparazione o di inclinazione più teorica che pratica e che possiede conoscenze scientifiche e letterarie di gran lunga superiori a quelle musicali pratiche. Il musicologo è stato ed è tuttora di grande aiuto al musicista pratico nel suo rendere nota una grande mole di documenti riguardanti la prassi esecutiva delle epoche passate, in particolare del Rinascimento e del Barocco. Ciò nonostante, sembra quasi che il musicologo e il musicista pratico lavorino su due piani paralleli destinati a non incontrarsi mai: da un lato la musicologia spesso dimostra di essere fine a se stessa o comunque non destinata a scopi immediatamente pratici, dall’altro il musicista è di solito abbastanza recalcitrante nell’apprendere tecniche esecutive diverse da quelle imparate in conservatorio.
Come risolvere questo problema? Qualcuno lo ha già fatto fondendo nella stessa persona le due specialità: questo sembra difficile – e forse lo è – ma probabilmente è l’unica soluzione pos- sibile per lo sviluppo futuro della prassi esecutiva della musica antica. Qualcuno potrebbe obiettare che anche nell’antichità convivevano ‘musici teorici’ e ‘musici pratici’, ma questi ultimi era- no certamente preparati sia negli aspetti che oggi consideriamo attinenti la musicologia sia in quelli puramente pratici, cioè riguardanti la tecnica vocale e strumentale. Inoltre, gli antichi musici teorici avevano ben poco in comune con i moderni musicologi: essi appartenevano ad una speciale categoria di scienziati-filosofi, indagatori di speculazioni teoriche e matematiche nonché astrologiche e cabalistiche, tesi a investigare i segreti più occulti in relazione con la musica.
È quindi auspicabile che il musicista moderno approfondisca la sua conoscenza della prassi esecutiva della musica antica per poterla eseguire rispettandone la vera natura. Il presente studio, già in uso nella classe di Flauto Dolce del Conservatorio «G. B. Martini» di Bologna, rappresenta un utile supporto per giungere a questo scopo. Il contenuto delle varie sezioni è sintetico, ma, crediamo, esauriente e comprensibile a tutti coloro che desiderano elevare il proprio livello di conoscenza nel campo della musica antica o che, più semplicemente, necessitano di un’agevole guida che permetta di risolvere rapidamente eventuali dubbi di carattere storico e pratico.
(G. Pacchioni)

Autore: Giorgio Pacchioni (*1947)

Data pubblicazione: 1/3/1995

Pagine: pp. 136

Formato: 235x315 mm

Rilegatura: Brossura (copertina morbida)

ISMN: 979-0-2153-0047-7

Codice: DM 8