• Sestili, Daniele : La voce degli dèi. Musica e religione nel rito giapponese del “kagura”

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Daniele Sestili

La voce degli dèi. Musica e religione nel rito giapponese del “kagura”

  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: REM 6
  •   Disponibile
  • € 18,95


Sotto una patina di occidentalizzazione e secolarizzazione, il Giappone contemporaneo conserva gelosamente una vita religiosa complessa e ricca di elementi di grande antichità. Tra i momenti maggiormente rilevanti del culto si collocano senza dubbio i kagura, azioni rituali comunitarie volte a rinvigorire l'energia dei partecipanti tramite l'evocazione delle divinità. Tali cerimonie, capillarmente diffuse su tutto il territorio del Giappone propriamente detto, sono caratterizzate da specifici comportamenti coreutico-musicali, i quali contribuiscono in modo sostanziale all'essenza del kagura stesso. Gli ensemble formati da tamburi, cimbali e flauti, nonché l'intervento vocale, accompagnano e guidano l'azione dei danzatori-attori; la musica punteggia e sorregge, imponendo la sua specifica temporalità, l'intero impianto rituale. Recuperando in modo organico i diversi lavori scientifici (demoetnologici, storico-religiosi, etnomusicologici) e sulla base di una personale ricerca sul campo, l'autore si propone di analizzare la presenza della musica nei kagura - finora trascurata come fenomeno unitario - per tentare di svelarne essenza e funzione, al di là della frammentazione localistica.
Calata nel complessivo contesto rituale, la componente sonora della cerimonia rivela intime connessioni con comuni concezioni religiose sottostanti, mentre le valenze magico-simboliche degli strumenti musicali impiegati appaiono nitidamente. Nel complesso la ricerca, condotta in un'ampia prospettiva storica e con richiami al più vasto contesto est-asiatico (in particolare alla realtà coreana), permette di tessere una fitta trama di riferimento indispensabile per la corretta comprensione dell'universo musicale dei kagura. A naturale completamento del suo specifico percorso, i volume giunge a riflettere sul più generale tema della musica nella ritualità giapponese, evidenziando come il comportamento sonoro si manifesti quale dimensione privilegiata nella relazione con il divino in tutta la cultura tradizionale. In tal senso, la natura più vera della musica dei kagura appare allora compiutamente sintetizzata nell'espressione ripresa nel titolo del presente volume: né metafora né immagine poetica, bensì antica credenza popolare, secondo la quale il suono del flauto impiegato nel rito sarebbe, appunto, la voce degli dèi.

Autore: Daniele Sestili

Data pubblicazione: 1/3/2000

Pagine: pp. 176

Formato: 170x240 mm

Rilegatura: Brossura (copertina morbida)

ISBN: 978-88-8109-442-4

Codice: REM 6

Il Saggiatore Musicale. Anno X, 2003, n. 2
Il teatro orientale è forse il luogo in cui più è facile ascoltare la «voce degli dei», nella piazza di uno sperduto villaggio, nel cortile di un tempio o anche sul palcoscenico di un moderno edificio. È ancora udibile, perché la rappresentazione teatrale e il tramite che unisce la comunità alla sua storia, al suo passato lontano, al suo presente e al suo futuro. Nel recente volume di Daniele Sestili qui discusso, frutto di una ricerca sul campo, s'indaga questo incontro-scontro utilizzando categorie storiografiche piuttosto che antropologiche. ... Il lavoro di Sestili si articola in tre parti: “Ideologia di riferimento e contesto spazio-temporale del kagura”, ... “Aspetti del kagura”; “Materiali etnografici”. Nella prima, l'autore rileva che «nel Giappone contemporaneo le pratiche sciamaniche costituiscono ormai delle sopravvivenze» (p. 8), affidate a miko (medium specializzate nella possessione oracolare o sacerdotesse-danzatrici affiliate a templi shintoisti) e a yamabushi (asceti perlopiù buddhisti dediti a pratiche sciamaniche). Inoltre, egli sostiene l'importanza fondamentale della musica nel rapporto tra umano e divino, mediato da queste “figure sciamaniche”. ... Nella seconda parte l'autore esamina in dettaglio gli aspetti del kagura, nato probabilmente tra i secoli III e VI, e lo classifica nell'ambito delle arti performative popolari (minzoku geino); in accordo col demologo Honda Yasuji, egli propone inoltre una classificazione delle forme folkloriche che mutano trasformandosi in generi teatrali autoctoni (ad esempio, il no, il kyogen, il ningyo shibai). ... Nella terza parte, la più riuscita e interessante, sono analizzati tre kagura studiati sul carnpo, nel santuario di Musashi Mitake (provincia di Tokyo), nel santuario di Chichibu (prefettura di Saitarna) e a Biseicho (prefettura di Okayarna). Col medesimo percorso (il santuario - la città - l'area; i caratteri generali del rito; il matsuri; il palcoscenico; le occasioni e lo svolgimento del rito; le danze; gli strumenti e la musica; gli esecutori e la trasmissione del sapere; gli spettatori), e con trascrizioni di musiche di danza condotte sulla base di registrazioni effettuate sul campo, Sestili esamina i tre kagura partendo da un'ottica sincronica, e propone in conclusione del lavoro una sintesi diacronica in cui manifesta l'opinione che «la musica sembra delinearsi, rispetto alle altre forme del kagura, come dimensione privilegiata nella comunicazione con il divino». ... (Giovanni Azzaroni)