Antonio Juvarra

Incontri, esperienze e idee sul canto. Quasi un’autobiografia tecnico-vocale

  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: LB 15
  •   Disponibile
  • € 20,95


Da molti, troppi anni lo studio del canto si è ridotto a un grottesco rompicapo meccanico-muscolare, spesso corredato da risibili tentativi di giustificazione scientifica. Che rapporto ci sia tra queste tecniche e il vero canto è presto detto: lo stesso che intercorre tra un triciclo e un’aquila… Con questa differenza: che il triciclo, per quanto elementare nella sua meccanica, assolve perfettamente alla sua funzione, mentre i metodi di canto attuali (anche dando per buona l’ipotesi assurda che la voce sia una macchina) si basano su una logica funzionale talmente astrusa che, se applicata a una qualsiasi macchina reale, ne causerebbe automaticamente l’immediata rottura. Questo è vero sia per il canto classico, sia per il canto moderno, che dal punto di vista tecnico-vocale non ha fatto che riciclare il peggio di quanto è stato prodotto dal canto classico.
Il crescente successo di queste tecniche suscita degli interrogativi sulla sua causa, che tra gli altri produce questo effetto comico-surreale: la diffusione epidemica di una sorta di canto ‘virtuale’, nel senso che costringe i suoi ‘utenti’ a stare rigorosamente lontani dai palcoscenici reali, rimanendo a casa propria a cantare con la stessa perfezione (immaginaria) dei cantanti più ammirati e applauditi…
Una ‘magia’ così stupefacente è resa possibile solo da una cosa: il potere di suggestione ipnotica che promana dall’idea-idolo della tecnologia scientifica. Il risultato concreto dell’applicazione di questa ideologia a un fenomeno come il canto, che non è meccanico, ma senso-motorio e sinestetico, è la distorsione acustica. Questa distorsione acustica può essere più o meno grave, può essere ‘giustificata’ con le più svariate teorie estetiche, sociologiche e persino ‘scientifiche’, ma sempre porta allo stesso risultato, che è la risonanza forzata, l’affaticamento vocale e, a lungo andare, l’irreversibile logorio dello strumento voce e la distruzione stessa dell’oggetto di studio: il canto.
Risalire alla fonte originaria del vero canto e del suo vero controllo, che non è esterno, localizzato e meccanicistico, ma interiore, centrale e olistico, è l’obiettivo che si è posto l’autore di questo libro nella sua ricerca vocale, durata anni, che in questo libro viene raccontata. Essa lo ha portato a conoscere i più noti cantanti e studiosi della vocalità del secolo scorso (alcuni dei quali sono entrati nella storia del canto): Carlo Bergonzi, Giuseppe Taddei, Gerard Souzay, Lajos Kozma, Richard Miller, Rodolfo Celletti, Giuseppe Giacomini e molti altri. Ognuno di loro ha dato all’autore una tessera di quel mosaico della voce, il cui disegno originale è compito di ogni serio studente di canto ritrovare in prima persona dentro di sé e poi ‘incarnare’ con la propria voce per sempre.

Autore: Antonio Juvarra

Data pubblicazione: 1/3/2013

Pagine: pp. 148

Formato: 150x215 mm

Rilegatura: Brossura (copertina morbida)

ISBN: 978-88-8109-481-3

Codice: LB 15

Antonio Juvarra da molti anni ha fatto oggetto dei suoi studi la tecnica vocale italiana storica, avendo come obiettivo il ripristino della sua struttura originaria. Ha cantato come solista nei più importanti teatri lirici, quali la Scala di Milano, l’Arena di Verona e la Fenice di Venezia, con direttori come Riccardo Muti e Gianandrea Gavazzeni.
Ha pubblicato il trattato Il canto e le sue tecniche (1987), il metodo teorico-pratico Lo studio del canto (1999) e i seguenti libri: Riflessioni figurate sul canto (2002), I segreti del belcanto. Storia delle tecniche e dei metodi vocali dal Settecento a oggi (2006), Cantare, decantare, incantare (2011), Incontri, esperienze e idee sul canto (2013), Canto perduto, canto ritrovato (2014), La tecnica vocale italiana (libro con DVD) (2014), Esserci o non esserci nel canto (2015), In principio era il canto (2016), In te si canta (2016), Vox alta, clara, suavis (2018) e Le Riflessioni di Giambattista Mancini, maestro di canto alla corte di Vienna (2018).
È stato invitato a tenere conferenze e corsi di canto al Mozarteum di Salisburgo, alla Lyric Opera di Miami, al Conservatorio Superiore di Strasburgo e in numerosi conservatori e università italiane, tra cui i conservatori di Napoli, Venezia, Parma e Bolzano. È stato inoltre relatore in vari congressi scientifici internazionali sulla voce cantata. Ha insegnato canto al Conservatorio di Castelfranco Veneto, all’Accademia d’arte lirica di Osimo e alla Scuola dell’Opera italiana di Bologna.