Giorgio Mirto

Oil on Canvas per Trio d’Archi (2009)

  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: XXS 76
  •   Disponibile
  • € 27,95


Autore: Giorgio Mirto (*1972)

Data pubblicazione: 29/7/2011

Tipologia: Partitura e Parti

Pagine: pp. 40 + parti pp. 48

Formato: 230x310 mm

Rilegatura: Punto metallico

ISMN: 979-0-2153-1937-0

Codice: XXS 76

Chitarrista e compositore, Giorgio Mirto si è diplomato al Conservatorio di Mantova e, successivamente, ha conseguito la Laurea di secondo livello con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Cuneo.
Svolge un’intensa attività concertistica tra Europa, Russia, Cina, Giappone, Argentina, Stati Uniti, Africa come solista o in collaborazione con Victor Villadangos.
Ha realizzato incisioni discografiche per Gendai Guitar, Moisycos Edizioni Musicali, Edizioni Musicali Sinfonica, GuitArt e Brilliant Classics.
Premiato come compositore in diversi concorsi internazionali, la sua musica è suonata in prestigiosi festivals e sale in Europa, Argentina, Russia, Stati Uniti ed ha riscosso consensi fra artisti quali Altenberg Trio, Victor Villadangos, Maximo Diego Pujol, Eric Franceries, Ganesh Del Vescovo, Vivaldi Guitar Trio, Faurè String Trio, Massimo Delle Cese, Attilio Piovano, Viktor Kozlov, Giulio Tampalini, Stefano Palamidessi, Dylan Fowler, Trio Rhapsody, Trio Broz, Kazuhito Yamashita, Vittorio Ghielmi, Umberto Benedetti Michelangeli.
Nel 2009 è stato selezionato dalla Biennale Dei Giovani Artisti Dell’Europa e Del Mediterraneo e, per l’occasione, gli è stata commissionata un’opera (”Le Sette Porte”) eseguita in prima assoluta a Skopjie (Macedonia) e, successivamente, a MITO Settembre Musica, in un concerto interamente dedicato alla sua musica da camera.
In ambito teatrale ha realizzato le musiche per lo spettacolo “Exit” di Fausto Paravidino.
È direttore artistico della Rassegna Chitarristica Internazionale “Six Ways” di Torino.
Insegna presso il Conservatorio “Piccinni” di Bari.
Archi Magazine (marzo-aprile 2012)
... si tratta di tre movimenti piuttosto brevi, dai quali traspare una sottile ironia ed una interessante voglia di comunicare: non si aspettino, gli ascoltatori e gli esecutori, pagine di contenuti criptici e filosofici, ma giochi di suoni che rapiscono l’ascoltatore disattento e lo conducono, con fantasia e arguzia, in un mondo di immagini colorate, dove talvolta si danza e in altri momenti ci si sofferma a riflettere, ma sempre con una natura disinvolta. La scrittura è sorretta da una buona tecnica compositiva e la partitura, edita da Ut Orpheus, è corredata da segni ed articolazioni che esplicitano il pensiero dell’autore in modo chiaro ed inequivocabile. (Simone Genuini)