Francisco Correa de Arauxo

Facultad Organica (Alcalá 1626) [Edizione integrale]

  • Curatore: Guy Bovet
  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: ES 47
  •   Disponibile
  • € 239,00


I pochi dati biografici disponibili ci dicono che Francisco Correa de Arauxo (o de Acevedo) nacque a Siviglia e fu battezzato probabilmente nel settembre del 1584. Fu nominato organista a El Salvador, la seconda chiesa di Siviglia, nel 1599, e ordinato sacerdote probabilmente nel 1608. Dopo diversi tentativi infruttuosi di diventare organista della Cattedrale, egli accettò l’incarico di primo organista presso la Cattedrale di Segovia, dove rimase fino alla morte, nonostante gli inviti insistenti del Capitolato di Siviglia a ritornare nella sua città per ricoprire il ruolo tanto agognato. È sepolto nella Cattedrale di Segovia.
Come per J.S. Bach, la figura di Correa è quella di un artista a cavallo tra due epoche, fra tradizione e innovazione. Dobbiamo riconoscere la grande bellezza e genialità della sua musica, che lo distingue da tutti gli altri compositori spagnoli dell’epoca, allo stesso modo di Frescobaldi in Italia, Grigny in Francia e Bach in Germania.
La Facultad Organica fu pubblicata nel 1626. La presente edizione Urtext, a cura di Guy Bovet, si basa sulla copia conservata alla Bibliothèque Royale di Bruxelles; per alcuni passaggi dubbi si sono consultate le due copie della Biblioteca Nacional di Madrid.

Autore: Francisco Correa de Arauxo (1583(84?)-1654)

Curatore: Guy Bovet

Data pubblicazione: 1/4/2007

Pagine: pp. 640

Formato: 235x315 mm

Rilegatura: Brossura (copertina rigida telata con sovracoperta)

ISMN: 979-0-2153-1451-1

Codice: ES 47

Le Magazine de l'orgue - No. 91
... Si vous ne l'avez pas déjà fait, je vous recommande de lire la présentation ci-dessus de l'édition concurrente, car les problèmes rencontrés par les deux transcripteurs sont les mêmes, mais les solutions adoptées diffèrent sensiblement. La différence saute déjà à l'oeil, au premier regard. Si l'édition espagnole marquait un progrès par rapport à celle de Kastner, on fait ici un second aérées, texte bien large, notes suffisamment grandes, indications "accessoires" suffisamment petites procurent un réel plaisir à la lecture de cette partition. On est également reconnaissant à l'éditeur d'avoir regroupé avant chaque pièce, non seulement le texte introductif de Correa et sa traduction anglaise, généralement commentée, mais aussi les notes, ce qui évite le fastidieux retour à l'arrière du volume, pour consulter l'appareil critique....
Très appréciable est le choix fait par Guy Bovet de transcrire cette partition d'abord pour des interprètes, et non pour des musicologues ... (Jean Ferrard)