Gaspare De Caro

Euridice. Momenti dell’Umanesimo civile fiorentino

  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: LB 7
  •   Disponibile
  • € 34,95


Proiezione in origine dei valori e dei miti di una tragica militanza ideologica, la nozione di Umanesimo civile – l’idea di una epocale convergenza tra la mutazione culturale promossa dagli umanisti e i valori sociali e politici espressi dalle repubbliche cittadine del primo Rinascimento – si carica volentieri di una responsabilità di paradigma metastorico che la critica ha persuasivamente contestato. D’altra parte la nozione non sembra sostenere nemmeno la più ristretta accezione di un’esperienza culturale unitaria, di «una maniera propria dell’Umanesimo fiorentino, diversa da quella degli altri gruppi umanistici», troppo profonde risultando le differenze, su aspetti ideologici fondamentali, tra i letterati fiorentini così evocati. Tuttavia il concetto di Umanesimo civile rimane storiograficamente rilevante, confermando l’insistenza di Hans Baron sulla peculiarità dell’esperienza fiorentina, se si limita a riassumere la convergenza tra la rivoluzione culturale e l’elaborazione politica di una specifica vicenda cittadina, protagonista il ceto che in risposta alla rivolta dei Ciompi diede vita alla repubblica oligarchica, a sua volta infine esautorato dall’egemonia medicea. Un primo risultato di questa constatazione è una più incisiva inclusione del movimento artistico nella dimensione dell’Umanesimo civile, non in un ruolo collaterale e subalterno rispetto ai letterati, ma in quello di protagonista, di inoltrato avamposto di una nuova forma mentis, di una aurorale nuova coscienza filosofica e scientifica: un risultato che mette in discussione anche tradizionali convinzioni sulla radicale inettitudine dell’Umanesimo alla scienza. Secondo, cospicuo esito di una più puntuale definizione sociologica, la nozione proposta da Baron e dalla sua scuola non esaurisce con la caduta della repubblica oligarchica la sua pertinenza alle convinzioni e ai comportamenti del patriziato, il quale in effetti continuò largamente e a lungo a coltivare l’immagine di sé creata dall’Umanesimo civile, sebbene ormai non come orgogliosa affermazione del proprio potere, ma come difesa della propria identità sociale e di residue prerogative politiche. In realtà, assai più che non risulti ad una omogeneizzante «storiografia della decadenza», un inconciliabile conflitto di culture percorre il Rinascimento fiorentino in tutta la sua durata, investendo gli orientamenti filosofici, le concezioni artistiche e letterarie, intrecciandosi con le convulsioni politiche della città e con la tragedia della restaurazione confessionale. È appunto in tale intreccio che si possono cogliere, sino a fine Cinquecento, le ultime risonanze dell’Umanesimo civile.
È sembrato importante richiamare l’attenzione da questo punto di vista su personaggi, circostanze ed episodi storiograficamente noti per altri versi: sul magistero intellettuale di Piero Vettori, nella politica culturale del principato mediceo rimasto un corpo estraneo, una testimonianza di valori della tradizione fiorentina mortificati dall’assolutismo e dall’omologazione confessionale; su un aristotelismo umanistico e laico chiamato a fronteggiare il neoplatonismo di regime e a fecondare in termini ideologicamente non neutrali i dibattiti sulla Poetica e sulla teoria musicale; sull’Accademia degli Alterati, luogo di culto di memorie repubblicane e, in qualche momento, sospettabile punto di incontro del dissenso politico. È sembrato infine che la nozione di Umanesimo civile potesse plausibilmente e fecondamente raccordare l’invenzione del melodramma – L’Euridice di Peri, Rinuccini e Corsi per le nozze di Enrico IV e Maria de’ Medici – alle tradizioni culturali, agli interessi sociali, ai sentimenti e progetti politici coltivati dai suoi promotori, Florentini cives non rassegnati alla subalternità e all’alluvione antiumanistica.

Autore: Gaspare De Caro

Data pubblicazione: 1/3/2006

Pagine: pp. 256

Formato: 170x240 mm

Rilegatura: Brossura (copertina rigida telata con sovracoperta)

ISBN: 978-88-8109-456-1

Codice: LB 7

Gaspare De Caro (Roma 1930) ha pubblicato Introduzione a La Rivoluzione liberale di Piero Gobetti, Einaudi, Torino 1964; Istituzione del principe cristiano. Avvertimenti e istruzioni di Carlo V al figlio Filippo, Zanichelli, Bologna 1969; Salvemini, UTET, Torino 1970; Sulla genesi dell’Economia pura. Questione sociale e rivoluzione scientifica in Léon Walras, in L. Walras, Introduzione alla Questione sociale, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1980; Léon Walras dalla teoria monetaria alla Teoria generale della produzione di merci, in L. Walras, L’economia monetaria, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1985. Per quest’ultimo editore ha curato la sezione di Scienze sociali della collana «Bibliotheca Biographica».
Bibliothèque d'humanisme et renaissance - Tome 6 9 2006
Il libro costituisce una raccolta di articoli prevalentemente dedicati a formulare un'interpretazione del concetto di Umanesimo civile e definire un arco temporale all'interno del quale tale nozione continua a vivere, pur se assumetno nuovi significati rispetto a quelli originari. ...
Nel quadro culturale e storico proposto da De Caro, segnato da conflitti politici, intrecciati a vicende religiose, che percorrerebbero per intero la Firenze tra Quattro e Cinquecento, emergono varie personalità e opere. Una particolare attenzione viene assegnata, in tale contesto, a Pietro Vettori e all'opera teatrale Euridice (1600) di Ottavio Rinuccini musicata da Jacopo Peri. ...
L'Euridice con i suoi contenuti, i significati politici che vi erano proposti e l'ambiente nel quale maturò costituisce argomento presente in più saggi del libro. ...
A parere di De Caro, gli autori dell'Euridice, forse illusi che un mutamento in politica estera portasse con sé un rinnovamento all'interno dello Stato mediceo, avrebbero indirettamente esaltato nel trionfo di Orfeo, che segna il momento culminante dell'opera, quello del "partito" a cui appartenevano. ... L'insuccesso della prima rappresentazione dell'Euridice avrebbe quindi motivazioni del tutto politiche e segnerebbe la fine delle illusioni che una parte del mondo fiorentino aveva riposto nel nuovo Granduca ... (Gian Luigi Betti)
Historische Zeitschrift Band 284 (2007)
Diese “Samlung von Artikeln”, wie der 1930 geborene Kulturhistoriker seinen Band im Vorwort bezeichnet (und bei denen leider offen bleibt, welche Essays wann und wo vorab publiziert wurden), verfolgen ein hochgestecktes Ziel. Sie wollen den von Hans Baron in den 1960er Jahren geprägten Begriff des “florentinischen Bürgerhumanismus” (civic humanism) unter Berücksichtigung der gegen dieses plakative Konzept in den letzten vierzig Jahren vorgebrachten Kritik neu und möglichst unangreifbar definieren. ... De Caros Anstrengungen, den problematisch gewordenen Begriff mit neuem Sinn zu füllen, rücken dementsprechend von dieser politischen Dimension sensu stricto ab und stellen statt dessen die Gesellschaftslehre und die angeblich säkularisierte Weltsicht dieser Tradition allgemein in den Vordergrund ... Wie neuere Untersuchungen belegen, bleiben humanistische Grundhaltungen für Lebensstil und Kultur der italienischen Eliten des Konfessionellen Zeitalters sehr wohl bestimmend; die Vorrangigkeit von Rechtgläubigkeit im Sinne eines dogmatisch neu bestimmten Katholizismus, der weiterhin die Willensfreiheit und die Verdienstlichkeit der Werke betont, steht dazu in einem weitaus weniger unüberbrückbaren Gegensatz als von De Caro postuliert. (Volker Reinhardt)
Renaissance Quarterly 60.1 (2007)
Since it was codified and propagated by Hans Baron in the 1950s, the notion of Florentine civic humanism has been the subject of many scholarly studies on Renaissance Florence. De Caro's Euridice, which consists of articles he published between 2000 and 2004, constitutes yet another appraisal of this aspect of Florentine culture ... his work is, on the whole, illuminating and thought-provoking. He gives a fresh interpretation of Florentine civic humanism, which sheds much light on the culture of Quattrocento as well as Cinquecento Florence and which demonstrates successfully that the humanistic ideals of the former persisted in the latter ... The result is a work of broad scope and appeal that is of value to the student of humanism, the musicologist, as well as the Renaissance scholar in general. (Angelo Mazzocco - Mount Holyoke College)
Nuova Informazione Bibliografica, n. 4, ottobre-dicembre 2006
Il concetto di umanesimo civile, inteso come tentativo di far convergere gli ideali letterari e politici umanistici nel buon governo della città di Firenze, si iscrive all'interno di una complessa ideologia socio-politica che anima il XVI secolo fiorentino. Gaspare De Caro approfondisce il dibattito critico relativo all'argomento ripercorrendo il controverso parere di studiosi dell'Umanesimo quali Baron e Koyré, tra gli altri, donando nuova luce ad un momento dell'Umanesimo fiorentino ricco di slanci artistici ed aurorali riflessioni scientifiche ... Euridice, il melodramma composto da Peri, Corsi e Rinuccini in occasione delle nozze di Enrico IV e Maria de' Medici, s'iscrive all'interno della rivalutazione e riscrittura della classicità, con soluzioni musicali e poetiche che sono espressione della ritrovata identità dei Florentini cives. (Elena Maramotti)
Avanti, 8-10-2006
... In programmatico contrasto con la settorializzazione degli studi sul Rinascimento ... si muove lo storico Gaspare De Caro ... Il tema centrale di questo volume è, come suggerisce il sottotitolo, il fenomeno storico-culturale che Hans Baron definì "Umanesimo civile". All'interpretazione di Baron, tuttavia, De Caro oppone due tipi di critiche: una di merito e una, appunto, di metodo. ... Nondimeno la più specifica categoria baroniana di "Umanesimo civile" è recuperata da De Caro per studiare il profondo conflitto - culturale e politico ad un tempo - che attraversò la storia di Firenze. Di particolare rilievo, in questo senso, l'analisi che De Caro offre della componente repubblicana che, in modo prima esplicito e poi soltanto implicito, concorse allo sviluppo di questa tradizione. ... De Caro offre un'affascinante ricostruzione dei tentativi di resistenza della componente anti-medicea e laica dell'intellettualità fiorentina. Grande rilievo assumono, in questo quadro, il magistero del sommo filologo Piero Vettori, le attività dell'Accademia degli Alterati e il tentativo, fondamentalmente senza seguito ma non per questo meno significativo, di dare voce a questa tradizione antagonistica con la prima prova del melodramma in musica: L'Euridice di Peri e Rinuccini, i cui riposti significati politici sono magistralmente indagati da De Caro in uno dei capitoli più memorabili di questo importante volume, l'XI ... (Elio Matassi)
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