Il Saggiatore Musicale. Anno X, 2003, n. 2
Il teatro orientale è forse il luogo in cui più è facile ascoltare la «voce degli dei», nella piazza di uno sperduto villaggio, nel cortile di un tempio o anche sul palcoscenico di un moderno edificio. È ancora udibile, perché la rappresentazione teatrale e il tramite che unisce la comunità alla sua storia, al suo passato lontano, al suo presente e al suo futuro. Nel recente volume di Daniele Sestili qui discusso, frutto di una ricerca sul campo, s'indaga questo incontro-scontro utilizzando categorie storiografiche piuttosto che antropologiche. ... Il lavoro di Sestili si articola in tre parti: “Ideologia di riferimento e contesto spazio-temporale del kagura”, ... “Aspetti del kagura”; “Materiali etnografici”. Nella prima, l'autore rileva che «nel Giappone contemporaneo le pratiche sciamaniche costituiscono ormai delle sopravvivenze» (p. 8), affidate a miko (medium specializzate nella possessione oracolare o sacerdotesse-danzatrici affiliate a templi shintoisti) e a yamabushi (asceti perlopiù buddhisti dediti a pratiche sciamaniche). Inoltre, egli sostiene l'importanza fondamentale della musica nel rapporto tra umano e divino, mediato da queste “figure sciamaniche”. ... Nella seconda parte l'autore esamina in dettaglio gli aspetti del kagura, nato probabilmente tra i secoli III e VI, e lo classifica nell'ambito delle arti performative popolari (minzoku geino); in accordo col demologo Honda Yasuji, egli propone inoltre una classificazione delle forme folkloriche che mutano trasformandosi in generi teatrali autoctoni (ad esempio, il no, il kyogen, il ningyo shibai). ... Nella terza parte, la più riuscita e interessante, sono analizzati tre kagura studiati sul carnpo, nel santuario di Musashi Mitake (provincia di Tokyo), nel santuario di Chichibu (prefettura di Saitarna) e a Biseicho (prefettura di Okayarna). Col medesimo percorso (il santuario - la città - l'area; i caratteri generali del rito; il matsuri; il palcoscenico; le occasioni e lo svolgimento del rito; le danze; gli strumenti e la musica; gli esecutori e la trasmissione del sapere; gli spettatori), e con trascrizioni di musiche di danza condotte sulla base di registrazioni effettuate sul campo, Sestili esamina i tre kagura partendo da un'ottica sincronica, e propone in conclusione del lavoro una sintesi diacronica in cui manifesta l'opinione che «la musica sembra delinearsi, rispetto alle altre forme del kagura, come dimensione privilegiata nella comunicazione con il divino». ... (Giovanni Azzaroni)